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16 dic 2019

Intervista al Dr. Fabio Fontana di Redazione Salute Plus

L’inquinamento elettromagnetico in ufficio 

Dr. Fontana, l’inquinamento elettromagnetico sul posto di lavoro va trattato con la stessa attenzione di quello casalingo? 
Assolutamente sì. Il posto di lavoro è uno dei luoghi in cui passiamo più tempo nella nostra vita. La sedia d’ufficio, per un impiegato, è seconda solo al materasso, come numero di ore passate nel medesimo luogo in tutta la vita. È quindi importante per la nostra salute, che sia un luogo che non ci danneggi con il passare degli anni. 
Come in casa, ancor più sul posto di lavoro, ci sono molte apparecchiature di nuova generazione, con sistemi di alimentazione a switch, che producono elettricità sporca, che esce dai cavi elettrici e colpisce il nostro corpo. Questo è il motivo principale per cui la dispersione elettrica sul posto di lavoro è considerata pericolosa. 

Siamo quasi nel 2020: i lavoratori si spera vengano tutelati.
A tutela del lavoratore ci sono alcuni controlli ed alcune regole in ambito di sicurezza sul posto di lavoro.
C’è la formazione alla corretta postura sulla sedia, ad esempio; tuttavia non si tiene conto a sufficienza del disturbo elettromagnetico che il lavoratore subisce sul posto di lavoro, dovuto alla somma di tutte le radiazioni che riceve. 

Qualche consiglio, allora, per i lavoratori?
Cominciamo ad elencare ciò che si può rilevare se ci posizioniamo in un ufficio, “misurando” tutte le fonti di inquinamento.
Come in tutti gli ambienti infatti, riceviamo i segnali dei ripetitori telefonici, le stazioni radio, le tv, spesso molti wi-fi. Del resto questa situazione è più o meno simile in tutti gli ambienti in cui viviamo. Particolare attenzione sul posto di lavoro va data alla quantità di apparecchi elettrici dai quali siamo circondati e da come siano collegati ad internet, ma soprattutto alla rete elettrica.
Nell’ambiente chiuso dobbiamo far particolare attenzione all’uso del cellulare, che non va mai utilizzato a contatto con l’orecchio: ricordo infatti che si tratta di un possibile cancerogeno secondo l’OMS e che è ancora molto dubbio il sistema di valutazione del danno SAR utilizzato in ambito internazionale.
Vale a tutt’oggi il principio di precauzione: ovvero, siccome non siamo ancora certi veramente del danno che si può subire, il telefonino va usato con cautela e precauzione. 

Meglio usare un auricolare?
Meglio il vivavoce. Se possibile, utilizziamo il vivavoce in ufficio, oppure l’auricolare bluetooth di qualità o infine l’auricolare via filo, in questo ordine di importanza. 

Parliamo ora di organizzazione delle scrivanie e dei collegamenti al lavoro.
In questo caso la prima regola riguarda le lampade da scrivania: sembrerà strano ma è molto più facile che un PC o una stampante siano ben schermati e i loro cavi isolati, rispetto invece a cavi e collegamenti delle normali lampade da scrivania. In un lavoro di monitoraggio che ho svolto per alcuni noti enti previdenziali e pubblici italiani a Roma, ho effettuato dei rilevamenti in più di 400 scrivanie, trovando che la causa principale di inquinamento della scrivania fosse proprio la lampada da tavolo: non ha cavi isolati, non ha l’obbligo di avere la messa a terra e quindi non ha nessuna via di scarico delle dispersioni elettriche [di cui il dr. Fontana ha già sottolineato l’importanza nella camera da letto nello scorso numero di Salute Plus, ndR]. 

Stiamo parlando di fenomeni invisibili, non facili nemmeno da considerare.
Purtroppo sì. L’occhio umano infatti non vede le dispersioni elettriche, ma la maggior parte dei cavi che normalmente si usano disperdono elettricità nell’aria come se fossero dei tubi bucherellati. Di solito si usano soluzioni fai-da-te per celare i cavi.
Per nascondere i cavi, spesso, li si fa scorrere sotto alla scrivania e poi lungo o dentro le gambe del tavolo, posizionando un multipresa sotto il tavolo. Comoda, si attaccano lì tutte le spine ed i cavi non disturbano la vista. Purtroppo però questo non va d’accordo con la salute. Le dispersioni elettriche infatti escono dai cavi e irradiano la scrivania, cercano la strada più breve e più veloce per raggiungere il suolo ed il nostro corpo è un ottimo conduttore, migliore sicuramente del legno e dei materiali plastici che ricoprono le scrivanie. Perciò appena appoggiamo le mani o le braccia sul tavolo la dispersione elettrica sceglierà il nostro corpo per essere scaricata a terra. Questo porta all’assorbimento di molte radiazioni, che colpiscono, mentre siamo seduti, i nostri organi “molli”, quelli non coperti dalla gabbia toracica: il petto, l’addome, gli organi genitali… tutte quelle parti sensibili che possono subire i danni dell’elettricità sporca.

Detto così sembra un pericolo molto importante per la salute.
Certo. Secondo alcuni ricercatori potrebbe essere una delle maggiori cause di aumento di tumori al seno e ai testicoli. 

Tocchiamo ferro!
Nel vero senso della parola, tocchiamo ferro! Il metallo può costituire la nostra salvezza in questo caso, perché scarica a terra l’elettricità più in fretta del legno, riducendo così l’elettricità che passa attraverso il nostro corpo.

Qual è il rimedio più importante?
Il rimedio più importante è mettere a terra più fili possibile, rimuovere le prese dalla scrivania, preferendo una multipresa a terra, piuttosto che in alto. Se non necessaria, stacchiamo la spina della lampada da tavolo, almeno quando non serve. In Germania, ad esempio, si è diffuso l’uso di cavetti di rame e altri metalli da appendere al tavolo e da far scendere lungo le gambe della scrivania o a terra per scaricare le radiazioni prima che scelgano il nostro corpo. Esistono poi dei copricavi a spirale metallici, che si usano per raggruppare i fili stessi e, facendoli arrivare fino al pavimento, li aiutano a scaricare al suolo. 

Servirebbe un tecnico esperto.
Chiaro. Tutto questo sarebbe molto più facile in presenza di un esperto, con gli appositi strumenti di rilevamento per vedere i livelli di dispersione e verificare quali siano le migliori soluzioni. 

Altri consigli utili?
Teniamo a distanza più possibile le apparecchiature, verifichiamo che i router wi-fi non siano vicini al nostro corpo. Il portatile possibilmente utilizziamolo con intelligenza: ad esempio, se la batteria è carica, stacchiamo il caricatore e poggiamo il filo a terra. Se possibile, navighiamo via cavo e mettiamo il portatile in modalità aereo o spegnamo il wi-fi. Se vogliamo ridurre le emissioni del cellulare, soprattutto quando non ha un’ottima ricezione in quel luogo di lavoro, colleghiamolo al wi-fi: l’antenna wi-fi usata per scambiare dati infatti è molto meno forte dell’antenna del telefonino.


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Ultima modifica: 16 dicembre, 2019
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